Gli impianti di potenza fino a 3 kWp, ideali per abitazioni unifamiliari, sono i più incentivati dal Quinto Conto Energia, oltre ad avere le maggiori potenzialità di mercato. Approfondiamo quindi i criteri e gli accorgimenti progettuali, evidenziando inoltre le differenze tra gli impianti basati su inverter tradizionali e quelli a microinverter
Il V Conto Energia, di fresca emanazione governativa, ha generato ampio scontento nel mondo del fotovoltaico e non solo. Una nota positiva rimane l’orientamento a incentivare gli impianti di piccole dimensioni, con particolare riferimento a quelli di potenza fino a 3 kWp, corrispondenti alle esigenze tipiche di un‘abitazione in cui viva una famiglia media. Gli impianti di questa taglia sono per altro tra quelli con maggiori potenzialità di mercato, visto anche il tessuto urbanistico italiano. E quelli nei quali gli installatori possono trovare indubbiamente maggiori opportunità di sviluppo delle loro attività.
Cerchiamo ora di rispondere a due domande fondamentali: “Quali sono i criteri e gli accorgimenti progettuali essenziali per impianti di tali dimensioni? E quali sono le differenziazioni a seconda che un impianto sia basato su inverter tradizionali oppure sulla nuova tecnologia a microinverter?”
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