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Scaldabagno domestico 100% idrogeno

20 luglio 2022
Dall’azienda giapponese Rinnai arriva il primo scaldabagno al mondo full hydrogen.

“Nel percorso verso una transizione ecologica, necessario per le Persone e per il Pianeta, l’idrogeno risulta il miglior vettore energetico disponibile per affiancare l’accumulo di energia elettrica generata da rinnovabili, discontinue e instabili, poiché dipendenti dalle condizioni atmosferiche.”
Spiega l’Ing. Stefano Zaniboni, Managing Director di Rinnai Italia, filiale della giapponese Rinnai Corporation (azienda presente nel nostro Paese da oltre 20 anni) che racconta l’impegno dell’azienda nello sviluppo delle tecnologie che applicano l’idrogeno verde nel comfort quotidiano aprendo la strada verso una sostenibilità concreta, alla portata di tutti.

"L’azienda già da alcuni anni ha avviato il percorso verso la carbon neutrality e ha scelto di applicare il know-how ultra centenario in materia di combustione anche su questo nuovo vettore energetico: inesauribile, rispettoso per l’ambiente, sicuro. Se utilizzato nella rigenerazione del patrimonio edilizio, infatti, l’idrogeno verde integrato con le rinnovabili può essere la chiave per superare le sfide di sostenibilità entro i termini prestabiliti".

L’idrogeno possiede un grande potenziale energetico, tanto da poter far decollare una navicella spaziale, ma è anche molto flessibile, utilizzabile come carburante o refrigerante, per generare elettricità o calore. Tutto questo lo rende ampiamente in grado di supportare la richiesta di produzione sanitaria in modo ottimale ed ecocompatibile, e così ha fatto Rinnai.
Rinnai è partita con il certificare caldaie e scaldabagni già a portfolio per compatibilità con metano miscelato fino al 30% di idrogeno (soglia superiore agli standard di mercato) e con lo sviluppare la tecnologia della condensazione in ambito sanitario anche a livello domestico per consentire l’ottimizzazione dei consumi e dei costi di esercizio delle famiglie. Poi la rivoluzione: il primo scaldabagno alimentato al 100% ad idrogeno.

“Il successo di questo progetto - continua l’Ingegnere - sta nell’aver trovato le risposte tecniche alle criticità di trattamento dell’idrogeno, come la nuova geometria della camera di combustione, la lean combustion, il sensore UV per la rilevazione di fiamma (quella dell’idrogeno è incolore e non genera corrente di ionizzazione), o l’adozione di materiali appositi, come l’acciaio sinterizzato che, a contatto con l’idrogeno, non è soggetto a infragilimento”.

Questo apparecchio, che utilizza il combustibile delle stelle per la produzione di acqua calda sanitaria nelle abitazioni, funziona da subito anche soluzioni di combustibili blended. Nello shift a una nuova fonte energetica evitare l’avvicendamento significa, infatti, ridurre il footprint di fabbricazione e utilizzo: per questo lo scaldabagno è studiato per supportare il nuovo vettore gassoso con la semplice sostituzione di un ugello e un set up elettronico.