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Il percorso verso l’elettrificazione dei consumi in ambiente domestico

2 aprile 2020
I moduli fotovoltaici Panasonic collegati con pompe di calore permettono di migliorare il comfort domestico e ridurre costi e consumi

Ottimizzare l’autoconsumo è facile: maggiori sono i dispositivi dell’ambiente domestico che prelevano energia direttamente dall’impianto fotovoltaico maggiore è la quantità di energia solare utilizzata, riducendo quella prelevata da rete. In presenza di pompa di calore, quindi, è possibile utilizzare l’energia prodotta dal sole per acqua calda sanitaria e/o per riscaldamento domestico, riducendo sensibilmente l’importo della bolletta e migliorando il comfort domestico. 


I moduli fotovoltaici ad elevata efficienza Panasonic HIT possono essere facilmente collegati con le pompe di calore. L’azienda giapponese ha infatti studiato diverse soluzioni che, utilizzando le uscite di alcuni dei più noti inverter disponibili sul mercato, permettono un collegamento diretto con i punti di carico domestico, siano essi pompe di calore o sistemi di ricarica dell’auto elettrica. Solamente quando tutti i carichi domestici sono stati soddisfatti l’energia solare sarà immessa in rete. 

“Ad oggi abbiamo studiato nel dettaglio il collegamento con quattro diversi modelli di inverter per i quali sono disponibili gli schemi elettrici di installazione. Il nostro lavoro non si ferma qui, ai fini di una effettiva integrazione fra fotovoltaico e pompe di calore è infatti necessario coinvolgere i centri di assistenza autorizzati delle pompe di calore, che devono intervenire per le manutenzioni annuali obbligatorie”, afferma Fabrizio Limani, senior manager solar division Panasonic Solar, ”La sfida dell’integrazione fotovoltaico con gli impianti di riscaldamento domestico, infatti, si muove sul piano della collaborazione fra figure professionali diverse devono che integrare le loro competenze” 

I moduli fotovoltaici Panasonic, con 25 anni di garanzia, sono prodotti negli stabilimenti ex Sanyo e utilizzano la tecnologia di eterogiunzione, che combina tecnologia cristallina e film sottile. Nelle celle solari HIT (Heterojunction with Instrinsic Thin layer), un wafer di silicio monocristallino sottilissimo è rivestito con uno strato di silicio amorfo ultrasottile, combinando i vantaggi di entrambe le tecnologie fotovoltaiche. Grazie a un coefficiente di temperatura di solo -0,258%/°C, queste celle solari all’aumentare della temperatura perdono meno energia rispetto alle celle cristalline, con un maggiore rendimento misurato fino al 10%.
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