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Smart city, l’evoluzione intelligente

15 maggio 2015
Il tema delle smart city è un tema complesso, nel quale molti aspetti di cambiamento, economico, sociale e ambientale, interagiscono con innovazioni tecnologiche che si sovrappongono partendo da diverse matrici, quella energetico-ambientale e quella delle telecomunicazioni.

Parlare oggi di smart city vuol dire riferirsi a un modello di città nel quale, innanzi tutto, si modificano i rapporti tra i cittadini e le istituzioni, tra i cittadini e il mondo dell’economia e, ovviamente, tra i cittadini stessi. La dimensione sociale del cambiamento, quindi, deve essere posta al centro dell’attenzione per chi voglia realmente comprendere le dinamiche in atto e magari contribuire in modo attivo a questo processo. L’innovazione tecnologica può contribuire notevolmente a modificare le città, anzi spesso è la causa stessa del cambiamento, in positivo o in negativo. In positivo, quando una nuova tecnologia contribuisce a migliorare la qualità della vita, in negativo quando invece il miglioramento è solo temporaneo o apparente e ci presenta il conto di quelli che potremmo definire “effetti collaterali”. Le interfacce urbane rappresentano il modo con il quale la città interagisce con i cittadini. La comunicazione può essere finalizzata a dare ai cittadini informazioni “di servizio”, ad esempio indicando problemi di traffico, segnalando incidenti oppure fornendo informazioni per l’emergenza o più semplicemente segnalando eventi. Le modalità attraverso le quali la città comunica possono variare, dai semplici pannelli digitali alfanumerici ai più sofisticati monitor che la tecnologia offre con dimensioni sempre più grandi e con una definizione e una qualità dell’immagine elevata. L’Architettura delle città, intesa questa volta nel senso originale del termine, non resta immune dalla contaminazione da queste nuove tecnologie. La possibilità di dare agli edifici una dinamicità espressiva, di poter cambiare i colori, la loro stessa percezione, di dare a loro una funzione che va oltre il concetto stesso di forma che contiene degli spazi ma che si spinge verso un rapporto diverso, più dinamico, con la città, è una occasione che offre grande appeal per gli architetti che si trovano a disposizione nuovi “materiali” e nuove tecnologie. L’interfaccia sensoriale della città può a volte essere interattiva ed il rapporto in questo caso diventa diretto: il cittadino chiede e la città interagisce con lui.
Totem interattivi permettono di accedere a servizi di informazione e accoglienza virtuale e diventano la piattaforma tecnologica sul territorio che abilita ai servizi innovativi per il cittadino, il visitatore/turista, le aziende, la pubblica amministrazione; consentiranno di interagire con l’utente in modo pratico e sicuro, attraverso l’impiego di cellulare e SIM abilitati. Queste nuove interfacce urbane sono una parte tecnologicamente evoluta di quelle che vengono chiamate Isole digitali, veri e propri spazi fisici di condivisione evoluti dove si possono rintracciare tutte le informazioni su che cosa accade in città, si può venire a conoscenza di eventi culturali programmati, delle notizie della città, e si ha un libero accesso a tutti i dettagli che riguardano la viabilità e il trasporto pubblico. E a proposito di mobilità, le isole digitali possono anche essere dei punti di riferimento per la smart mobility: è possibile prelevare la bicicletta dal servizio bike-sharing oppure è possibile, previo registrazione, utilizzare quadricicli elettrici per muoversi all’interno della città.

Non manca naturalmente la telesorveglianza. Non siamo in una smart city del futuro ma semplicemente al centro della città di Milano che si sta preparando così all’imminente Expo. I totem interattivi rimarranno anche dopo l’esposizione, anzi si moltiplicheranno, tuttavia il loro compito sarà anche quello di consentire ai visitatori provenienti da tutte le parti del mondo di poter accedere ai servizi che si renderanno disponibili in occasione della manifestazione. Se il nuovo paradigma della mobilità sostenibile è quello della mobilità elettrica, le isole di ricarica dotate di colonnine diventano una esigenza reale. Non mancano ovviamente i problemi, ad esempio i differenti standard per il collegamento dei veicoli con la postazione di ricarica, oppure i tempi di ricarica. Fare il pieno di benzina o di gasolio è un’operazione veloce, in questi casi non lo è. La tecnologia tuttavia ha già fatto passi da gigante, con le batterie di nuova generazione è possibile effettuare quasi un pieno di energia in meno di mezz’ora, e siamo solo all’inizio di una rivoluzione tecnologica nel settore dell’accumulo elettrico, settore trasversale ai diversi comparti, non solo auto o scooter elettrici, ma anche dispositivi mobili ed edifici.