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Previsioni in crescita per il settore idrotermosanitario italiano

3 dicembre 2021
Segno positivo per il 2021 del settore idrotermosanitario secondo le stime dell’Ufficio Studi ANIMA aggiornate al mese di ottobre 2021.

Il settore idrotermosanitario, che comprende gli apparecchi e componenti per impianti termici, apparecchiature e impianti aeraulici, acque primarie civili e industriali, valvolame e rubinetteria sanitaria, pompe idrauliche, ha registrato nel 2020 un consuntivo contenuto a causa della pandemia, ma con previsioni eccellenti per il 2021. Rispetto al 2019, il consuntivo 2020 della produzione, pari a oltre 10 miliardi di euro, registra un calo dell’8,6%. Le stime per il 2021 prevedono però una crescita potenziale di oltre il 20%, che porta ad un valore di oltre 12 miliardi di euro. L’export si propone ancora una volta come punto di forza del settore con un +19,6%, e una stima addirittura superiore al periodo pre-Covid, con valori attorno a 7,5 miliardi di euro. Confermati nel 2020 gli investimenti, con un leggero rialzo rispetto al 2019 (+0,1%, con 420,69 mln rispetto ai 420,43 dell’anno precedente). Le stime per il 2021 si attestano invece a +6,5%, avvicinandosi ai 450 mln di euro.
In ANIMA Confindustria le produzioni dell’idrotermosanitario sono rappresentate dalle Associazioni Assotermica, Assoclima, AquaItalia, Avr e Assopompe; comparti dinamici, in continua evoluzione tecnologica anche sul driver delle nuove normative per l’efficienza. Sono settori che occupano circa 47.332 addetti, dato che rimane invariato rispetto agli anni precedenti.

Marco Nocivelli, presidente ANIMA Confindustria, afferma che “il comparto idrotermosanitario sta vivendo un periodo particolarmente positivo nel 2021, spinto dalle incentivazioni e dalle nuove richieste di abbattimento delle emissioni. Come ANIMA siamo soddisfatti per i bonus edilizi che stanno promuovendo tecnologie sempre più efficienti, ma continuiamo a ribadire la necessità di snellire le pratiche per il Superbonus e di rendere i piani di incentivazione strutturati su un arco temporale di almeno 3-4 anni, per permettere a tutta la filiera di garantire i lavori in tempi ragionevoli. Oggi il comparto si trova a fronteggiare la scarsità di materie prime e microchip, e perfino le imprese dell’edilizia si trovano in difficoltà per la mancanza di ponteggi. Con un orizzonte temporale così breve degli incentivi, è impossibile rispettare tutte le scadenze”.