SafetyEYE® è il sistema presentato da Pilz che garantisce la protezione di uomini e macchine e sorveglia oggetti di valore, accessi e integrità. SafetyEYE® è costituito da diversi componenti che integrati garantiscono la sicurezza funzionale nell’applicazione: un’unità sensoriale, un’unità di elaborazione dati e un PLC di sicurezza. L’unità sensoriale è composta da tre telecamere ad elevata dinamica che acquisiscono le immagini dell’ambiente da proteggere in gradazioni di grigio. Le informazioni vengono veicolate attraverso una connessione in fibra ottica all’unità di elaborazione. Il processo di elaborazione delle immagini viene svolto da un’architettura a microprocessore ridondante che interpreta i dati acquisiti e li confronta con quelli impostati dall’utente per stabilire se, ad esempio, lo spazio da proteggere è stato violato. I risultati dell'elaborazione delle immagini vengono trasmessi al PLC di sicurezza PSS che funge, con i suoi ingressi e le sue uscite, da interfaccia per il comando delle macchine. Se l'unità di elaborazione segnala una violazione dello spazio da proteggere, le uscite configurabili vengono disattivate e i movimenti pericolosi arrestati. La funzione di diagnostica integrata riduce al minimo i tempi di fermo macchina in caso di violazione della zona da proteggere. Messaggi chiari informano l’operatore di eventuali anomalie e riportano le istruzioni necessarie per la loro eliminazione: in questo modo la produzione si può riavviare rapidamente. SafetyEYE® si rivela uno strumento flessibile perché gli spazi da proteggere, una volta definiti, si possono adattare semplicemente con il mouse nel configuratore SafetyEYE®. Il controllo degli spazi da proteggere non si orienta più alle necessità tecniche ma alle esigenze dei cicli di lavorazione degli utenti che in questo modo possono essere strutturati con estrema flessibilità realizzando postazioni di lavoro più ergonomiche. SafetyEYE® contribuisce a ridurre i fermi macchina: una violazione della zona da proteggere non comporta automaticamente un arresto di emergenza. Se infatti un addetto oltrepassa lo spazio virtuale di allarme monitorato, il sistema di controllo provvede a lasciare lavorare il macchinario ad una velocità ridotta. Se l'addetto dopo aver percepito l'allarme mediante un segnale di avvertimento acustico o luminoso retrocede, il macchinario riprende a lavorare a velocità nominale. Solo nel caso in cui l'addetto entri direttamente nella zona pericolosa, ha luogo l'arresto di emergenza. Ciò rappresenta un chiaro vantaggio rispetto ai dispositivi di protezione convenzionali che attivano sempre immediatamente un arresto in caso di pericolo.