Cresce ancora l’indice degli ordini di macchine utensili che, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU - Sistemi per Produrre, nel terzo trimestre 2017, segna un incremento del 14,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice risulta pari a 109 (base 2010=100).
L’incremento è stato determinato principalmente dall’ottimo andamento degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sul mercato interno, cresciuti del 68,2% rispetto al periodo luglio-settembre 2016. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 66,1. Per trovare un incremento altrettanto deciso è necessario tornare indietro fino al 2011 quando l’incremento risultò pari al 96,7% ma il valore assoluto si fermava al 48,4.
Anche l’indice degli ordini esteri è risultato in crescita, segnando un +1% rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, per un valore assoluto pari a 114,6.
A conferma dell’ottimo momento economico che caratterizza il manifatturiero italiano è anche il positivo andamento della raccolta adesioni alla prossima BI-MU, che, in scena nell’ottobre del 2018 a Fieramilano Rho, si presenta con un format e un repertorio tecnologico rinnovato e ampliato. Sono infatti già numerose le conferme di partecipazione pervenute alla segreteria della biennale della macchina utensile che, per la sua 31esima edizione, presenterà accanto ai sistemi di produzione e ai macchinari una ampia e variegata offerta di sistemi e tecnologie digitali per l’interconnessione di macchine e impianti.
Il commento di Massimo Carboniero, presidente UCIMU
“I dati emersi dall'indice congiunturale III trimestre 2017 - ha affermato Massimo Carboniero, presidente UCIMU - Sistemi per Produrre - dimostrano tutta l’effervescenza del mercato italiano e, contestualmente, la validità degli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0, che rispondono perfettamente all’esigenza delle imprese di svecchiamento degli impianti e di introduzione dei principi di digitalizzazione e interconnessione, indispensabili per il mantenimento della competitività del manifatturiero italiano”.
“Con le nuove soluzioni messe a punto in questi mesi, e dotate sempre di più di tecnologie riconducibili a Industria 4.0, i costruttori italiani sono orgogliosi di contribuire all’avanzamento del livello tecnologico della manifattura del paese. Per troppi anni - ha continuato Massimo Carboniero - abbiamo lavorato prevalentemente con clienti stranieri. Ora, nonostante l’export rappresenti, giustamente, oltre la metà del nostro fatturato, assistiamo ad un corretto riequilibrio tra mercato domestico e mercato estero”.
“Certo è che il recupero del gap tecnologico che si è creato negli anni della crisi e lo sviluppo in chiave digitale, in Italia, è soltanto avviato; il processo di aggiornamento è lungo e articolato. Per questo condividiamo pienamente l’intenzione espressa dagli organi di governo di finanziare anche per tutto il 2018 gli incentivi di Super e Iperammortamento. In particolare, anche alla luce dell’utilizzo delle misure da parte delle aziende fin qui fatto, dovrebbe essere, a nostro avviso, prevista la trasformazione del Superammortamento in provvedimento strutturale e l’allungamento dell’operatività dell’Iperammortamento a tutto il 2018. Solo così - ha aggiunto il presidente di UCIMU - Sistemi per Produrre - saremo certi di aver dato il giusto avvio alla riqualificazione del manifatturiero italiano in chiave moderna”.
“L’auspicio è che queste proposte possano trovare conferma anche nel prossimo Piano Impresa 4.0, inserito nella Legge di Bilancio 2018, insieme all’ottimo provvedimento già annunciato dai ministri del governo che permetterà alle imprese italiane di ottenere un credito di imposta per l’attività di formazione avviata in materia di Industria 4.0”.
“Dotare gli impianti produttivi di strumenti adeguati a sostenere una produzione efficiente e competitiva in termini di redditività, sicurezza e flessibilità è il primo passo per assicurare futuro alla manifattura ma - ha concluso Massimo Carboniero - il processo di aggiornamento e sviluppo rimarrebbe fermo al palo se non fosse adeguatamente affiancato dall’aggiornamento delle risorse umane che già operano nelle imprese o che entreranno nel prossimo futuro”.