Con circa 5 kg per abitante di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) raccolti ogni anno, l’Italia rimane fanalino di coda in Europa, dove Francia, Regno Unito, Irlanda, Austria e Belgio si posizionano oltre gli 8 kg e Svizzera e Norvegia arrivano addirittura a 15. Sono dati emersi durante l’evento per il decennale di Ecodom, il principale consorzio di gestione dei RAEE operante in Italia. Contestualmente è stato presentato il libro dedicato alla storia del Consorzio, scritto da Marco Gisotti, “L’era dei RAEE – 10 anni di Ecodom”: non solo i risultati di dieci anni di operatività, ma anche il racconto del ruolo da pioniere svolto da Ecodom nella costruzione del primo sistema di gestione rifiuti affidato interamente alla responsabilità dei Produttori dei beni.
In dieci anni Ecodom ha gestito 765 mila tonnellate di elettrodomestici dismessi, riciclando 668 mila tonnellate di materie prime seconde, da cui sono state ricavate 460 mila tonnellate di ferro (pari a oltre mille treni Frecciarossa), 82 mila tonnellate di plastica (pari a 33 milioni di sedie da giardino), 16 mila tonnellate di alluminio (pari a un miliardo di lattine), 15 mila tonnellate di rame (come il rivestimento di 170 statue della libertà). Il corretto trattamento di questa tipologia di rifiuti ha permesso di risparmiare 880 milioni di kWh di energia elettrica (pari ai consumi elettrici domestici di un anno dell’intera città di Torino) e di evitare l’emissione in atmosfera di 7 milioni di tonnellate di anidride carbonica (come la quantità di CO2 che verrebbe assorbita in un anno da un bosco esteso quanto la Liguria).
“La storia dei primi dieci anni del Consorzio - afferma Maurizio Bernardi, presidente di Ecodom - è fatta non solo di numeri, ma anche di relazioni costanti e proficue con i Produttori (i più importanti player sul mercato italiano), con le Istituzioni, con gli attori della filiera (enti locali, aziende di igiene urbana, distributori, fornitori di trasporto e trattamento) e con le associazioni attive nella difesa dell’ambiente e dei consumatori: grazie a queste relazioni siamo riusciti a costruire un modello virtuoso, in grado di coniugare l’efficienza economica con l’eccellenza nella tutela ambientale. Oggi Ecodom è uno dei principali abilitatori italiani dell’Economia Circolare, poiché assicura all’industria la disponibilità di materie prime ottenute in modo sostenibile”.
Una strada ancora lunga
Ma per il nostro Paese la strada è ancora lunga. Il “tasso di ritorno” dei RAEE (cioè il rapporto tra quantità di rifiuti raccolti e quantità di apparecchiature vendute) è stato nel 2017 pari al 36%, molto lontano dagli obiettivi fissati dalla Comunità Europea.
“Considerando che la Comunità Europea ha fissato il target pari al 65% dell’immesso sul mercato per il 2019, - spiega Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom - è importante che lo Stato italiano inizi a cercare attivamente i flussi di RAEE nascosti, gestiti al di fuori del controllo dei Sistemi Collettivi. Sono necessarie attività investigative sui flussi illegali di RAEE, cui faccia seguito l’applicazione di sanzioni amministrative e penali commisurate all’entità sia dei profitti illeciti sia dei danni ambientali e sociali provocati”.
“È inoltre indispensabile - conclude Arienti - che nel 2018 venga approvato il Decreto sulla qualità del trattamento dei RAEE e che l’iter di recepimento delle Direttive Comunitarie contenute nel pacchetto di Economia Circolare sia l’occasione per semplificare e rendere più praticabile la normativa italiana sui rifiuti”.