l’industria italiana è produttrice d’eccellenza di cavi LS0H (low smoke zero halogen), che uniscono la capacità di non propagare l’incendio e non rilasciare il calore con quella di avere una bassa emissione di fumi e gas tossici, facilitando così l’intervento dei soccorsi nelle aree colpite da incendi. Premesso che i danni da incendi per cause elettriche sono principalmente dovuti al fuoco e all’inquinamento da sostanze corrosive (quale è il cloro), i cavi LS0H operano da diretti antagonisti di queste due cause, perché facilitano la non propagazione dell’incendio e la sua autoestinzione, impedendo l’emissione di gas nocivi. Se l’impianto è realizzato con questa tipologia di cavi, la minore velocità di propagazione del fuoco permette interventi risolutivi con danni ridotti, l’ambiente non si inquina con fumi che sono estremamente pericolosi per la vita umana, rendendo possibili rapidi interventi di bonifica per rendere agibili le aree interessate.
Le regolamentazioni edilizie di molti Paesi, però, attualmente non impongono obblighi riguardo all’utilizzo di cavi LS0H. Scegliere prodotti sicuri in questi casi è la logica conseguenza di una corretta informazione da parte degli organi legislativi competenti, rafforzata da adeguate regolamentazioni nazionali, ma soprattutto da una più diffusa consapevolezza degli utenti finali delle differenze di rischio dovute ad impieghi di tecnologie diverse.