“La presentazione dei risultati della rilevazione è da sempre un momento importante in Associazione perché è l’occasione per conoscere l’andamento del nostro mercato e discutere sulle principali motivazioni alla base di alcuni trend e le aspettative per il futuro. Prima di cedere la parola ai relatori desidero soffermarmi sulla straordinarietà di questo periodo, anche dal punto di vista delle misure per il nostro settore. Il Superbonus 110% è l’iniziativa più attuale e conosciuta, ma non è la sola; sono sotto gli occhi di tutti la recente nascita del Ministero per la Transizione Ecologica e la forte volontà del Governo italiano e dell’Europa di accelerare le misure del Green Deal. Come Associazione possiamo contribuire al cambiamento facendo al meglio quello che sappiamo fare: lavorare sul continuo miglioramento dei nostri prodotti, sulla normativa tecnica, sulla legislazione energetica e ambientale per alzare sempre più l’asticella dei requisiti prestazionali di ciò che viene immesso sul mercato, e su una maggiore sensibilizzazione di una platea sempre più ampia di soggetti.” Con queste parole Luca Binaghi, Presidente di Assoclima Costruttori Sistemi di Climatizzazione, ha aperto il webinar organizzato dall’Associazione nell’ambito di MCE Live+Digital e dedicato alla presentazione dei risultati dell’indagine statistica annuale sul mercato dei componenti per sistemi di climatizzazione.
L’indagine statistica di Assoclima prende in considerazione i dati di produzione, importazione, esportazione e mercato Italia di climatizzatori monoblocco, monosplit e multisplit, sistemi VRF, roof top, unità di trattamento aria, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, pompe di calore, unità terminali e aerotermi. L’edizione 2020, alla quale hanno partecipato 41 aziende, ha evidenziato un valore del mercato Italia di poco superiore al miliardo e mezzo di Euro, in calo del 7,7% rispetto all’anno precedente, e una diminuzione della produzione nazionale, passata da 762 milioni di Euro nel 2019 a 712,3 nel 2020. Dopo cinque anni di crescita, il 2020 ha quindi visto un generale rallentamento del fatturato Italia, con perdite percentuali più o meno rilevanti in funzione delle tipologie di prodotti e delle taglie di potenza.
Per il comparto dell’espansione diretta l’indagine ha rilevato un trend negativo per quasi tutte le tipologie di prodotti:
-7% a valore e -2% a quantità per i monosplit, -4% a valore e -3% a quantità per i multisplit, -15% a valore e -12% a quantità per sistemi VRF. In terreno negativo anche i condizionatori roof top, che rispetto all’anno precedente hanno perso il 22% a valore e il 18% a quantità. In controtendenza solo i climatizzatori monoblocco e trasferibili, che hanno chiuso il 2020 con incrementi del 22% a valore e del 25% a quantità.
“Se nel settore residenziale siamo riusciti a contenere i danni, per i prodotti destinati al settore commerciale con potenze superiori ai 7 kW e per i VRF il 2020 si è chiuso con decrementi molto sensibili rispetto all’anno precedente. – ha commentato Paolo Caimi di Johnson Controls Hitachi Air Conditioning Europe - Nei primi due mesi dell’anno il mercato era partito piuttosto bene, poi in marzo e aprile tutto si è bloccato, con un crollo intorno al 40-50% per tutti i prodotti. Da maggio ad agosto i modelli destinati al residenziale hanno recuperato terreno, mentre i VRF non si sono più ripresi a causa della mancanza di investimenti nei settori maggiormente toccati dalla crisi, in particolare ristoranti, hotel, palestre, ecc.”
Anche il comparto idronico ha subìto complessivamente gli effetti della pandemia registrando però una perdita molto contenuta a valore (-1%) e un piccolo incremento a quantità (+4%) del fatturato Italia per le apparecchiature con condensazione ad aria, mentre sono risultate negative sia a valore (-17%) che a quantità (-6%) le performance delle apparecchiature con condensazione ad acqua.
Non si è invece arrestata la crescita delle macchine a pompa di calore con potenze inferiori a 17 kW: dalle rilevazioni di Assoclima sono emersi incrementi percentuali intorno al 10%, a panel costante, sia a valore che a quantità per le aria-acqua e superiori al 50% per le acqua-acqua.
“Per le macchine idroniche il 2020 era partito con risultati quasi eclatanti rispetto al 2019. – è il commento di Maurizio Marchesini di Rhoss – Nei mesi da aprile a giugno abbiamo assistito a una frenata totale del mercato, cui è fortunatamente seguita una ripartenza nel terzo trimestre e una crescita importante nel quarto che ha permesso a molte aziende di chiudere il 2020 con una perdita di fatturato sensibilmente inferiore a quella inizialmente prevista e di iniziare bene il 2021. Per alcune aziende del comparto idronico le perdite di fatturato conseguenti ai mancati investimenti nel terziario sono state molto probabilmente compensate da un incremento delle forniture di apparecchiature per il settore ospedaliero e sanitario.”
Per le unità terminali la rilevazione Assoclima ha evidenziato un decremento del 13% a valore e del 15% a quantità. “Analizzando i dati ricaviamo una fotografia abbastanza realistica del trend di mercato: la maggior parte dei ventilconvettori trova ancora oggi applicazione nel terziario, e questo ha comportato una serie di segni negativi per le versioni standard con e senza mantello e le cassette. – ha commentato Andrea Ferrante di Galletti – Gli unici modelli che hanno tenuto sono stati i canalizzabili, per i quali si registra una leggera crescita, e gli hi-wall, più facilmente proponibili nel residenziale. Un risultato quasi scontato in un mercato che ha visto la crisi del terziario e una ripresa del residenziale. Pur con tutte le difficoltà che conosciamo, per le unità terminali il 2020 non può essere considerato un anno negativo in assoluto perché i mercati esteri non hanno avuto le percentuali di decremento del mercato interno e, come ben sappiamo, l’export per i produttori italiani di ventilconvettori rappresenta una voce importante del fatturato.”
La presentazione si è conclusa con l’intervento di Stefano Bellò, Presidente della Commissione Marketing e Comunicazione di Assoclima: “In piena pandemia sono fortunatamente state introdotte alcune misure che hanno in parte mitigato gli effetti negativi del lockdown. Gli ultimi dati dell’ENEA sugli interventi del 110% mettono in evidenza una crescita del numero di beneficiari, anche per gli interventi trainanti che riguardano i soli impianti. Questa prevalenza della parte impiantistica in qualche modo è in linea con quanto ci aspettavamo; a questo punto, però, riteniamo che debba essere fatto uno sforzo in più da parte del legislatore per promuovere una vera e propria sostituzione qualificata degli apparecchi. La vera forza propulsiva delle misure incentivanti è attesa nei prossimi mesi e sarà fondamentale fare in modo che vi sia una reale semplificazione. Abbiamo un’occasione storica per accelerare sugli obiettivi del Green Deal e non possiamo farci scappare l’opportunità di utilizzare il meccanismo del Superbonus per premiare la tecnologia delle pompe di calore, che è a tutti gli effetti la tecnologia principale in ottica di rinnovabili e decarbonizzazione”.