A dicembre si è tenuto a a Roma l’incontro “1° Smart Utility Open Meters – Verso l’attuazione in Italia dello Smart Metering nel gas: dalla Delibera AEEG 155/2008 alla 393/2013, sperimentazioni e potenziali sinergie e convergenze tecnologiche con altri servizi di pubblica utilità”, organizzato da ANIE Confindustria, che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche operanti in Italia. L’evento, promosso dal Gruppo Gas Static Smart Meters (GS2M) costituito in seno all’Associazione Componenti e sistemi per Impianti(CSI) aderente alla Federazione, in collaborazione con Energia Media, coinvolge multi utility, operatori dei settori ICT e TLC, e autorità regolatorie.
L’obiettivo del convegno era quello di fare il punto sui fattori tecnologici ed economici che porteranno all’introduzione delle apparecchiature di misura Smart in tutti i settori dei servizi a rete, ponendo in particolare l’accento sul processo di applicazione dello Smart Meter Gas, che sta già attualmente rendendo il Paese all’avanguardia nel settore a livello internazionale. Sono stati poi approfonditi i contesti regolatori europei e italiani ed è stato fatto un confronto tra operatori sull’integrazione dei servizi per facilitare consumi ed efficienza e su quella che potrebbe essere la futura “bolletta 2.0”.
Quella dello Smart Meter è una storia che parte nel 2008, con la storica delibera (155/08) dell’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas), che rifletteva la volontà di “svecchiare” il settore con provvedimenti a loro modo rivoluzionari, quali la differenziazione delle tariffe su base stagionale e la tele-lettura dei consumi. La scaletta temporale della diffusione dello Smart Meter avrebbe dovuto partire dal 2011, ma di fatto l’Autorità ha ripetutamente concesso proroghe e deroghe alle scadenze prefissate. Ad oggi, non è stato ancora reso noto un effettivo piano di sostituzione dei contatori residenziali, in linea con tale provvedimento.
Questa situazione di incertezza rende nei fatti vani gli investimenti che le aziende costruttrici, federate ANIE Confindustria, hanno sostenuto in anni recenti: si parla di una cifra importante, ben 25 milioni di euro spesi nello sviluppo e nell’industrializzazione di nuovi prodotti che, attualmente, possono ritagliarsi una fetta di mercato piuttosto esigua, essendo la reale domanda di questa tecnologia molto inferiore alle aspettative generate dai provvedimenti presi in materia. Tali investimenti sono stati peraltro mirati al mercato italiano, con la realizzazione di prodotti rispondenti in tutte le loro caratteristiche ai requisiti temporali e funzionali indicati a suo tempo dall’AEEG.
Si tratta di una situazione preoccupante, che si va ad aggiungere negativamente alle già precarie condizioni dell’industria elettronica ed elettrotecnica, prostrata dalla crisi economica in atto.