Gli obiettivi della Commissione Europea per il 2020 relativi alla riduzione dei gas serra sembrano aver convinto l’industria dei veicoli a due, tre e quattro ruote dell’urgenza di una cambiamento strutturale. Tale cambiamento deve consentire la convivenza dei nuovi veicoli con sistemi di alimentazione diversificati, come fuel cell, idrogeno, o magari nuovi biocarburanti, con veicoli a batterie ricaricabili già in parte operativi.
Auto elettriche: generalità
Uno dei principali limiti legati allo sviluppo dell’auto elettrica è l’autonomia. L’auto ibrida - con motore endotermico assistito da un motore elettrico alimentato da una piccola batteria, che lavorano sinergicamente per mantenere sempre la massima efficienza totale – ha cominciato a diffondersi. Dal punto di vista ambientale ed energetico il vantaggio è innegabile: infatti, si può ottimizzare sempre di più il motore endotermico; ma se a questo si aggiunge un complemento di alimentazione elettrica, il miglioramento è ancora maggiore. Si stima che le ibride potrebbero superare il 15% del mercato già in questo decennio.
Attualmente si stanno progettando delle auto ibride con l’aggiunta di una piccola batteria capace di 30-50 km di autonomia. Con tale autonomia si coprirebbe, in funzionamento elettrico e a emissioni zero, una buona metà delle percorrenze giornaliere, mentre per i tragitti più lunghi subentrerebbe il funzionamento ibrido o semplicemente quello a combustione. Un’auto, dunque, senza limitazioni di autonomia, ma capace di funzionare senza emissioni quando e dove serve.
A questo si aggiungono i numerosi modelli a due ruote e 3 ruote già prodotti da molti anni nel nostro Paese. E’ poco noto, infatti, che l’Italia, con i suoi 14.000 veicoli elettrici a quattro ruote e con 35.000 ciclomotori elettrici detiene con la Francia il primato al mondo in tema di veicoli a batteria.
Parlando poi di veicoli a 2 e 3 ruote (ciclomotori) per la mobilità soprattutto urbana, le previsioni di sviluppo sono ancor più favorevoli. Considerando, infatti, che il veicolo a 2 ruote di media cilindrata non è sostitutivo dell’auto ma specifico per spostamenti in ambito urbano, il passaggio da scooter normale a scooter elettrico su larga scala è ipotizzabile nell’arco di 5-10 anni.
Batteria
Le batterie al litio, che combinano una densità energetica cinque volte superiore di quella delle batterie tradizionali (consentendo così autonomie di 150-250 km) a una lunga durata di vita e anche alla possibilità di ricarica rapida, se le modalità di ricarica lo consentono, sono attualmente la tecnologia concreta più promettente per favorire tale diffusione. Per i volumi produttivi attuali, molto limitati, il costo di queste batterie è percentualmente alto, se confrontato con il costo totale del veicolo elettrico, ma la cifra può ridursi radicalmente con produzioni di massa. In alternativa alla ricarica rapida, è allo studio la possibilità di sostituzione (automatica) della batteria in apposite stazioni, in questo caso la batteria è ”in affitto”, ed il costo di acquisto del veicolo si abbatte radicalmente.
Stazioni di ricarica
Il punto critico dei veicoli elettrici ricaricabili resta il rifornimento, ossia la ricarica elettrica della batteria, perché, anche se la rete elettrica è diffusa su tutto il territorio, la creazione di una infrastruttura di ricarica adeguata e capillare ad applicazioni di massa pone problemi ancora aperti.
Oltre a prevedere stazioni di ricarica presso le aree di parcheggio individuali, che presuppone, comunque, l’accessibilità di un connettore elettrico e un’adeguata regolamentazione tariffaria - in quanto questi consumi attualmente non rientrano nei normali usi domestici - una diffusione consistente di veicoli a batteria o plug-in (ricaricabile da rete) richiederà anche la creazione di una rete di rifornimento pubblica in parcheggi e aree pubbliche o condivise. Si potranno predisporre postazioni magari lungo i marciapiedi, attraverso un’azione concertata tra mondo dell’auto, distributori (utilities) elettrici e amministrazioni pubbliche.
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