
Lo stallo, durato mesi, era incentrato sulle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. La strategia italiana prevede infatti un piano di aiuti alle comunità energetiche da parte del governo di 5,7 miliardi di euro: uno, di 3,5 miliardi di euro, è un incentivo in tariffa e sarà finanziato con un prelievo sulle bollette elettriche di tutti gli utenti, per garantire per 20 anni alle comunità una tariffa elettrica vantaggiosa; il secondo stanziamento, di 2,2 miliardi, arriva dal Pnrr, è un contributo a fondo perduto e servirà a finanziare fino al 40% i progetti per la costruzione degli impianti di CER in Comuni con meno di 5mila abitanti. La potenza dei singoli impianti non può superare 1 megawatt.
“Il regime – scrive la Commissione europea – sarà parzialmente finanziato tramite il dispositivo per la ripresa e la resilienza, in seguito alla valutazione positiva del piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia effettuata dalla Commissione e adottata dal Consiglio. La parte del regime finanziata da tale dispositivo resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025, mentre la rimanente parte del regime fino al 31 dicembre 2027. Il regime sostiene la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile e l’espansione di quelli esistenti”. Se per l’incentivo in tariffa la potenza massima finanziata sarà di 5 gw, per quella destinata ai piccoli Comuni la potenza complessiva è di almeno 2 gw, e il contributo a fondo perduto del PNRR sarà cumulabile con l’incentivo in tariffa.