Durante l’Assemblea Annuale di ANIE Confindustria tenutasi lo scorso luglio si è parlato di reshoring, innovazione ed educazione, le leve che possono far tornare a crescere il manifatturiero italiano. Il back reshoring in particolare, che consiste nel rientro in patria dei siti produttivi precedentemente delocalizzati all’estero, è stato al centro di uno studio realizzato dalla Federazione con il contributo di Luciano Fratocchi, professore di Ingegneria economico-gestionale all’Università de L’Aquila e portavoce del gruppo di ricerca italiano Uni-Club MoRe Back Reshoring. Dallo studio emerge che i settori ANIE rappresentano quasi il 20% del totale del fenomeno italiano, piazzandosi in seconda posizione alle spalle solo di abbigliamento e calzature. Est Europa (38,5% dei casi) e Cina (30,8%) sono le aree geografiche da cui si ritorna di più, per un fenomeno che si origina nel 40% dei casi dalle piccole e medie imprese. Tra le motivazioni più rilevanti per il rientro, il minore controllo della qualità della produzione all’estero (“molto rilevante” per un terzo delle aziende ANIE intervistate), la necessità di vicinanza ai centri italiani di R&S (25%) e i maggiori costi della logistica (22%).
Claudio Andrea Gemme, Presidente di ANIE Confindustria, ha commentato: “L’ultimo decennio, a causa di due violente recessioni estremamente ravvicinate, ha cambiato la storia dell’industria manifatturiera. Tuttavia la new economy basata solo sulla finanza e sui servizi è fallita: senza la manifattura il Paese muore. Il nostro studio ci dice che tornare a produrre in Italia non è utopistico. Qualcuno ha già iniziato a farlo, altri lo farebbero se si creassero le condizioni per poter lavorare: abbattimento della pressione fiscale e della burocrazia, detassazione degli utili reinvestiti in ricerca e innovazione, valorizzazione del know how tecnologico e della qualità del made in Italy, promozione degli asset strategici del Paese. Pur in uno scenario difficile, le imprese ANIE non si sono rassegnate: dall’indagine presso i nostri soci è emerso che l’industria elettrotecnica ed elettronica continua a distinguersi nel panorama nazionale per una spiccata propensione al cambiamento, all’innovazione e all’approccio industry 4.0. La forte componente tecnologica delle aziende ANIE è assolutamente pervasiva in tutti i settori industriali e dunque le soluzioni tecnologiche che sanno esprimere garantiscono, e sapranno garantire ancora di più in futuro, vantaggi competitivi per tutti”.
Voglia di innovazione
Dall’indagine condotta da ANIE presso le aziende associate emerge anche la ferma vocazione all’innovazione: il 60% delle imprese ha dichiarato di aver investito in R&S nel triennio 2011-13 una quota di fatturato superiore al 2%; ben il 40% ha inoltre segnalato un’incidenza della spesa in Ricerca & Sviluppo sul fatturato addirittura superiore al 4%. E non manca nemmeno la propensione al cambiamento in ambito aziendale: per il 72% delle imprese un nuovo modello organizzativo è alle porte e verrà attuato completamente nel settore elettrotecnico ed elettronico già entro il 2017. Per il 65% degli intervistati, inoltre, la strada verso nuovi standard di organizzazione aziendale è già concretamente in atto. Basti pensare che, secondo lo studio, per oltre la metà delle aziende ANIE l’adozione delle più moderne tecnologie di ICT e ITS (Internet of Things and Services) è completamente avviata da tempo; l’8% di loro ha appena intrapreso questo cammino e il 25% conta di farlo entro breve. La “fabbrica 4.0” è dunque vicina!
Reazioni anti-crisi
Di fronte a uno scenario drammatico le imprese ANIE stanno dunque reagendo, dando nuovo impulso al cambiamento. Fra le nuove strategie che sono emerse negli ultimi anni per non soccombere alla crisi ha acquisito un ruolo centrale l’internazionalizzazione. Se nel 2003 l’incidenza dell’export sul fatturato totale nei settori ANIE era poco superiore al 40%, oggi è superiore al 50%. In particolare, è cresciuto in questo decennio il contributo alle esportazioni di settore dato dai mercati extra europei. Se nel 2003 le esportazioni di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche verso i mercati al di fuori dell’Unione europea erano poco meno del 50%, nel 2013 superano il 57% del totale esportato. Nel dettaglio geografico, i principali blocchi attorno cui ruotano le nuove strategie di internazionalizzazione settoriali sono Medio Oriente, Nord Africa e America Latina.
Nel decennio 2003-2013 è mutata anche la tipologia delle imprese che sono sopravvissute alla crisi e si sono adattate a un mercato in profonda trasformazione. Se nel 2003 la quota di produzione industriale originata dalle grandi imprese era pari al 50%, a fine 2013 tale quota si è ridotta di 6 punti percentuali, con una crescita significativa delle medie imprese elettrotecniche ed elettroniche che hanno assunto un ruolo importante come protagoniste del Made in Italy delle tecnologie.
Anche l’innovazione tecnologica rappresenta un importante driver di sviluppo settoriale. Nell’ultimo decennio le attività di ricerca e sviluppo hanno aperto nuove frontiere della domanda nei mercati strategici dell’energia, dell’industria, del building e dei trasporti. Crescita delle fonti energetiche rinnovabili, reti intelligenti, energy storage, mobilità sostenibile e smart city sono solo alcuni degli ambiti innovativi che sono emersi grazie all’applicazione delle nuove tecnologie.
Il settore tra luci e ombre
I comparti rappresentati in ANIE Confindustria hanno registrato nell’anno appena concluso una flessione del fatturato aggregato dell’11,8%. Nello specifico, hanno mostrato le diminuzioni più accentuate i comparti Componenti elettronici (-11,2%), Tecnologie per la Trasmissione di energia elettrica (-9%) e Cavi (-8,3%). In sofferenza anche Ascensori e scale mobili (-6,2%) e Componenti e sistemi per impianti (-5,8%), tradizionali comparti fornitori di tecnologie che si rivolgono a un mercato edile in stagnazione. I Trasporti ferroviari ed elettrificati (-4,6%) risentono da tempo della debolezza degli investimenti nazionali.
Non mancano però i comparti in controtendenza: l’Automazione industriale a fine 2013 ha registrato un incremento annuo del fatturato totale del 3,9% e i Sistemi di Trasmissione Movimento e Potenza hanno mostrato una variazione positiva dello 0,7%. Entrambi i comparti hanno beneficiato della domanda di tecnologie innovative da parte delle imprese manifatturiere italiane più competitive e impegnate nella conquista dei mercati esteri. Infine, il comparto Sicurezza e Automazione Edifici ha mostrato una sostanziale tenuta del giro d’affari complessivo (+0,9%), pur in un percorso di graduale rallentamento rispetto agli ultimi anni.
Per quanto riguarda import ed export, se il mercato interno a fine 2013 si è mostrato ancora povero (la domanda nazionale rivolta alle tecnologie ANIE è calata del 5,5%), le esportazioni hanno invece segnato un moderato recupero (+0,8% la variazione rispetto al 2012), anche se questo andamento continua a essere penalizzato dalla fragilità della domanda nell’Unione Europea, a cui si rivolgono oltre la metà delle esportazioni elettrotecniche ed elettroniche italiane. Fra i comparti ANIE che nel 2013 hanno visto una crescita più sostenuta delle esportazioni c’è quello della Produzione di energia da fonti tradizionali (+7,2%), dell’Illuminotecnica (+3,9%) e degli Apparecchi domestici e professionali (+2,3%).
ANIE all’Expo 2015
Anche ANIE sarà partner istituzionale di Expo 2015. È stato infatti firmato un accordo di collaborazione tra Padiglione Italia e Confindustria: ANIE darà il suo contributo con la mostra permanente “Il Cibo dei desideri”, che sarà una delle principali attrazioni del Padiglione Italia nei sei mesi espositivi e l’occasione per mostrare al mondo l’apporto delle tecnologie del settore elettrotecnico ed elettronico in campo alimentare. Quello che vedranno i visitatori non sarà solo una grande mostra tematica ma l’immagine di un’Italia che vuole farcela.